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Ivan Pozzoni

Stornello Della Morte E Della Resurrezione

MORTE
Il caro estinto fu discretissimo «poeta»,
l'indifferenza dei colleghi lo mutò in anacoreta,
e, un brutto giorno, morì di noia,
vacca troia.

Non si scherza con gli artisti morti,
impegnatevi a raddrizzare tutti i torti,
che a far rizzare i loro lapis,
ci riesce meglio il rigor mortis.

RESURREZIONE
Son risorto di giornata,
senza far molta chiassata,
non si addice ad un fantasma,
cagionare troppo marasma.
Se mi s’incazza Jahvè
e mi trasforma in un bidè,
mi condannerà, ohi!, misero mulo,
a sedere, in eterno, alla destra di un culo?

Purtroppo, sono stato cesso e fesso,
nella vita antecedente, né bello né indefesso.
Con la lingua ne so fare delle belle,
senza esser senatrice cinquestelle.
Amici cari, mi dispiace, resto cesso e fesso,
non son mai stato bravo ad accettare il compromesso.

Starò sempre in rivista?
Lassateme cantare sto’ stornello,
so' cojone, non ancora cojonello.
Mi mancan otto gradi, ma di vista,
per tramutà ‘n somaro in un artista.